Stato di conservazione
Stato di conservazione pessimo. Il volume legato in piena pelle mancante completamente del dorso, mostrava segni di forte degrado probabilmente a causa di umidità pregressa. Il cuoio era sfibrato, sfiorito, lacero e con parti indurite. I cartoni dei piatti erano molto rovinati e presentavano estese mancanze e lacerazioni.
La cucitura, su quattro nervi singoli in corda, spezzati in più punti, risultava molto allentata e disconnessa. Non erano presenti capitelli.
Le carte risultavano indebolite, con sporcizia diffusa, soprattutto in prossimità dei margini. Presenti attacchi di tarli con presenza di fori e gallerie vicino al dorso. Tuttavia conservavano ancora buona resistenza meccanica. Sia i supporti che le mediazioni grafiche non rilevavano apparente acidità.
L’ inchiostro a stampa nero era ben conservato e leggibile.
L’intervento è consistito in 3 fasi fondamentali.
La prima fase che prevedeva le operazioni preliminari agli interventi di restauro, ovvero una documentazione fotografica adeguata che mettesse ben in evidenza lo stato di conservazione del volume, delle carte e delle mediazioni grafiche; dopodiché un attento controllo della numerazione progressiva delle carte con cartulazione e fascicolazione scritta.
La seconda fase annoverava tutte quelle operazioni inerenti il restauro ed il consolidamento delle carte, che prevedeva una serie di operazioni a secco accurate, escludendo operazioni per via umida:
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Distacco delle controguardie dai contropiatti con impacchi di Gel di Laponite RD al 6%.
Una volta distaccatele si è provveduto alla rimozione sia del gel usato che dei residui dell’antico collante del montaggio, presente sul verso della controguardia. Ad una visione più attenta, abbiamo notato che il verso delle controguardie, ovvero la parte adesa ai piatti, in realtà conteneva una parte a stampa che rappresentava antichi calendari ebraici risalenti al 1736. Pertanto sono state pulite e condizionate all’interno di una cartella di conservazione in cartoncino acid-free.
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Smontaggio dell’intero volume, recidendo i fili di cucitura rimasti, per poter liberare i fascicoli e successivamente i bifogli
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Pulitura meccanica, adoperando pennello e gomme Wishab e “Art Sponge” in lattice di gomma vulcanizzato, matita gomma sui bordi. Spolveratura con aspiratore a velocità controllata
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Test della solubilità delle mediazioni grafiche con acqua deionizzata e soluzione idroalcolica che hanno rivelato la stabilità degli inchiostri in mezzo acquoso, nelle controguardie distaccate con gel che necessitavano di pulitura per via umida per la completa rimozione del collante
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Test rilevazione del pH
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Dato i valori del pH rilevati, non è stato necessario sottoporre i supporti a deacidificazione spray
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Mending: gli strappi e i margini indeboliti, così come i fori di cucitura di minore entità sono stati rinforzati adoperando velo 502 (9g/m2) e metilcellulosa al 3%, mentre le lacune e i fori, compresi quelli causati da tarli, peraltro molto estesi, sono stati restaurati con carta giapponese (34g/m2) e pasta di fibre della medesima grammatura.
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Spianamento delle carte restaurate, fra tessuto-non-tessuto e cartoni, per uniformare le integrazioni e permetterne un’ottimale adesione al supporto originale
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Rifilatura delle carte delle parti integrate, nel pieno rispetto dei margini originali
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Piegatura dei bifogli nella sequenza originale
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Imbrachettatura e formazione di nuovi fascicoli. Si è reso necessario modificare la formazione originaria dei fascicoli, i quali erano costituiti da un solo bifoglio. Abbiamo costruito nuovi fascicoli formati da 5 bifogli ciascuno (10 carte) imbrachettandoli con strisce di carta giapponese di grammatura 34 gr/m2, unendo il primo al quinto e il secondo al quarto, lasciando il terzo in mezzo al nuovo fascicolo, come centro del fascicolo, nel quale è stata eseguita la nuova cucitura.
La decisione di formare nuovi fascicoli, formati da più carte, si è reso necessario per due motivi di ordine conservativo. Generalmente si evita sempre di cucire un singolo bifoglio, perché risulta essere troppo fragile a sostenere la trazione e il tiraggio del filo di cucitura. Un fascicolo perché risponda a buona e adeguata resistenza strutturale per sostenere la cucitura, deve essere costituito almeno da 3 bifogli, si può provare con 2, ma mai assolutamente con uno solo. Si rischia la lacerazione della carta nei punti di cucitura, da parte del filo.
Inoltre, secondo motivo, ma non meno importante: il volume dopo le operazioni di restauro delle carte, presenta sempre una, seppur minima, variazione dello spessore, pertanto con la nuova cucitura, si rischiava che avessimo un incremento della crescita del dorso, a discapito del buon esito nella costruzione della legatura completa.
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Ricomposizione nuovi fascicoli e predisposizione del corpo del libro alla cucitura
La terza fase è consistita in tutte le operazioni di legatura, che dessero al corpo del libro così ricomposto una struttura salda di rivestimento:
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Preparazione dei “loose guard” e dei fogli di guardia secondo la metodologia specifica per la legatura incartonata
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Cucitura manuale con ausilio di telaio, su quattro nervi singoli in pura canapa a più capi con filo di puro lino
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Preparazione dei cartoni per i piatti: 2 strati di cartone fibrato “Cagliari” da 2,5 mm e cartoncino Fabriano Artistico 600 g/m2, accoppiati e adesi fra loro
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Incollaggio dei “loose guard” ai fogli di guardia
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Arrotondamento dorso con metilcellulosa al 6% servendosi di un martello da legatore
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Formazione lieve dello spigolo all’interno del torchio per l’alloggiamento dei piatti
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Indorsatura con strati di lino e carta giapponese (36 g/m2)
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Incartonatura del corpo del libro: tagliati i cartoni della giusta dimensione, smussati i tagli, preparati i fori di passaggio dei nervi sui piatti, passaggio dei nervi di cucitura nei piatti e rifinitura ad asciugatura completa
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Esecuzione manuale di capitelli tronchi primari con filo neutro a doppio nodo e anima in pura canapa. Pur non essendo presenti in origine, la scelta di eseguirli è stato per dare maggiore compattezza alla legatura
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Seconda indorsatura con strisce di pelle di capra allumata per eseguire dorso attaccato
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Incollaggio di una striscia di carta Ingres di circa 4 /5 cm come rifinitura sui fori di passaggio dei nervi
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Coperta nuova in piena pelle di capra a concia vegetale: taglio a misura, scarnitura e montaggio al corpo del libro con metilcellulosa al 6%
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Staffilatura per evidenziare “nervi a vista”
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Compensazione interna dei piatti con cartoncino acid-free 300 gr/m2
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Incassatura del libro: le controguardie sono state incollate ai contropiatti a libro aperto
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Costruzione di una cartella morbida in cartoncino Acid-free con riserva alcalina, con tre alette di chiusura, per conservare la vecchia coperta. La quale sarà consegnata alla Stazione appaltante insieme al volume restaurato