Introduzione storico artistica
L’interno è uno spazio a sala di forma rettangolare irregolare di circa 7.00 metri per 12.00 coperto da una volta a botte ribassata semiellittica con otto lunette e unghiature. L’imposta della volta è evidenziata da una cornice a rilievo che corre su tre lati mentre sulla parete di fondo è semplicemente dipinta. In questa stessa parete, inoltre, è visibile la sagoma del vecchio altare ligneo cinque-seicentesco ora scomparso. Le due porte di legno dipinto poste in prossimità della parete di fondo sono settecentesche, quella sul lato lungo accede ad una piccola sacrestia attualmente non praticabile per un dissesto della volta di copertura; l’altra porta è murata. La pavimentazione, rialzata rispetto al piano stradale, è interamente costituita da pianelle in cotto, di forma rettangolare fatte a mano, posate su strato incoerente di terra e detriti e poste a spina di pesce in diagonale, per tutto lo spazio centrale, tranne due fasce laterali di circa 1 metro con pianelle disposte a correre lungo i lati lunghi.
L’ambiente è interamente decorato. Sulla retrofacciata è possibile ammirare un’interessante crocefissione cinquecentesca, dipinta a fresco, della scuola del perugino. Ai lati del cristo in croce si distinguono i santi bernardino da siena e girolamo.
L’oratorio subì un importante ristrutturazione nel 1735. Agli anni successivi risalgono tutte le altre decorazioni delle pareti e della volta.
Sulla volta, le interessanti quadrature prospettiche, opera del perugino pietro carattoli (1703-1766), producono una mirabile illusione architettonica che sfonda le pareti della volta moltiplicando illusionisticamente lo spazio per dare massimo risalto all’ascesa in cielo di sant’antonio abate in mezzo ad un tripudio colorato di angeli festanti. Il santo anacoreta è vestito con abiti pastorali e alcuni angeli afferrano e trasportano i simboli iconografici del santo: il bastone, il campanello, la regola e il fuoco. Le pregevoli figure sono opera del pittore perugino di origini marchigiane francesco appiani (1704-1792).
Le 8 lunette della volta ornate da volute, ricci floreali e vegetali con frutta che, in modo alternato, decorano finti paramenti architettonici con scudi e vasi rocaille su pseudo basamenti con teste di angeli. Tali decorazioni, come le quadrature delle pareti laterali, i riquardi e le varie decorazioni d’arredo, sono opera del pittore perugino nicola giuli (1722-1780).
I 4 riquadri ovali, verso i lati più corti dell’oratorio, dipinti in chiaroscuro sono scene allegoriche che simboleggiano la fortezza cristiana e la religione (verso la controfacciata) la penitenza e la carità (parete di fondo). Le due scene, sempre in chiaroscuro, al centro delle pareti laterali, racchiuse tra ricche cornici ornamentali, rappresentano scene della vita di sant’antonio abate e in particolare la morte del santo tra le braccia di due accoliti a destra e il miracolo della fonte d’acqua che compare dalle rocce del deserto sono tutte opera di francesco appiani.
Sulla parete di fondo dell’oratorio è visibile l’impronta lasciata dallo smontaggio del vecchio complesso d’altare cinque-seicentesco che verso la fine del XVIII secolo venne spostato nella chiesa di sant’antonio abate sempre in corso bersaglieri e ancora oggi visibile.
Stato di conservazione
L’intero ambiente ha una buona consistenza strutturale. La volta non presenta problemi strutturali evidenti e può considerarsi complessivamente in buono stato. È visibile una profonda fessurazione verticale in corrispondenza dell’angolo sinistro in prossimità dell’ingresso di sinistra e lungo quasi tutto l’arco di volta in controfacciata. La fessurazione sembra avere un origine lontana nel tempo. La causa potrebbe essere un meccanismo di collasso della muratura con principio di ribaltamento della parete in direzione perpendicolare al proprio piano. Tale il cinematismo sembra però interrotto e stabilizzato da molto tempo. Sono presenti altre fessure e crepe diffuse di scarsa importanza strutturale.
Il ciclo pittorico settecenteso presente sui lati lunghi dell’oratorio e sulla parete di fondo, dipinto con tecnica a secco, tempera su intonaco, ha subito nel tempo danni di varia natura, meccanica, naturale e deperimento fisiologico dei materiali. Nella parte bassa delle pareti e sugli angoli sono visibili danni diffusi da compressione e sfregamento e distacchi e mancanze d’intonaco causati dall’umidità di risalita dal pavimento. Nella parte alta, direttamente sotto la cornice d’imposta della volta, sono presenti vistose e diffuse abrasioni da sfregamento in direzione orizzontale localizzate per quasi tutta la lunghezza della parete e distacchi diffusi della pellicola pittorica in particolare in corrispondenza dei riquadri dipinti e delle scanalature dei fusti e dei capitelli delle finte paraste. Un discorso a parte va fatto sul dipinto cinquecentesco con tecnica a fresco sulla controfacciata. Le figure sono ancora ben distinte e visibili sotto la patina dell’ossidazione del tempo e della polvere, è però evidente un grave e diffuso rigonfiamento dovuto al distacco dell’intonaco dalla parete, tale da mettere in serio pericolo la stabilità dell’intero dipinto. La parete di fondo presenta le stesse problematiche delle altre pareti amplificate dalla visione della zona di mancanza della vecchia macchina d’altare. La volta è complessivamente in buono stato, soprattutto nella zona centrale con la scena del trionfo in cielo di sant’antonio. Il colore delle tempere è ancora molto uniforme ed elegante ma presenta microfratture diffuse della patina colorata e distacchi localizzati. Sono visibili diverse zone limitate e circosritte con mancanze complete d’intonaco.
Interessanti sono le due porte in legno a due ante dipinte stile settecento l’una di accesso alla piccola sacrestia e l’altra ad un vecchio passaggio di comunicazione con un ambiente attiguo ora murato.
La pavimentazione in campigiane di cotto fatte a mano è complessivamente in buono stato di conservazione.