Notizie Storico-Artistiche
Il monumento, inaugurato nel 1916, alcuni anni dopo la scomparsa di Artusi, ad opera dello scultore fiorentino Italo Vagnetti (1864-1933), presenta il busto in bronzo con il ritratto dell’illustre forlimpopolese collocato su un plinto a base quadrangolare in pietra serena composto da due blocchi lapidei che poggiano su una base rivestita con lastre di marmo Bardiglio.
Sul lato anteriore del blocco superiore è inciso quanto segue:
Sul lato anteriore del blocco inferiore è inciso quanto segue:
Sul lato sinistro del blocco inferiore è inserita con quattro viti metalliche una targa in ottone che riporta i nomi dei benefattori di Forlimpopoli. Inferiormente è inciso il nome dello scultore con la data di esecuzione dell’opera:
ITALO VAGNETTI FECE 1916
Su entrambi i lati del plinto sono presenti due intagli decorativi circolari con una ghirlanda composta da cinque bacche di papavero legate da un cartiglio su cui è incisa la scritta Pax.
Stato di conservazione
Busto bronzeo
Come tutte le opere in bronzo esposte in ambiente esterno, sul busto si rilevano patine di alterazione che, in una prima fase, generalmente sono costituite da ossidi dei metali presenti nella lega. Le patine, di natura cristallina, assumono colorazioni differenti a seconda delle specie mineralogiche: verdi-azzurre, giallastre e nerastre, queste ultime, generalmente, prevalentemente costituite da gesso e da ossalato di rame. La presenza dei ferri dell’armatura interna ha inoltre intensificato i fenomeni di alterazione.
Plinto in pietra serena
Si rilevano: Fessurazioni Fratture Sollevamenti Patina biologica Alterazione cromatica E’ necessario intervenire quanto prima sul monumento con un intervento di restauro per evitare il distacco e la conseguente perdita di alcune parti notevolmente alterate.
Proposta di restauro
- Documentazione fotografica e grafica condotta prima, durante e dopo l’intervento di restauro. Le fotografie saranno scattate in digitale ad alta risoluzione, formato jpeg e raw, coadiuvate da scala metrica. Saranno altresì documentate tutte le fasi d’intervento su un supporto grafico da consegnare al termine dei lavori.
- Spolveratura di tutti i depositi superficiali compresi quelli più coerenti di vario spessore. La pulitura sarà eseguita a secco con spazzolini a setole morbide, pennelli di varie dimensioni e aspirapolvere.
- Restauro busto in bronzo. Pulitura meccanica con ablatore di precisione e spazzolini di varie durezze. Seguiranno lavaggi con acqua demineralizzata utilizzando pennelli, spugne e spazzolini morbidi.
- Protezione del busto con cera microcristallina applicata a pennello.
- Restauro elementi lapidei. Pulitura chimica delle superfici finalizzata alla rimozione completa della patina biologica. L’operazione sarà eseguita mediante impacco chimico - se necessario in più cicli, fino a completa pulitura - formato da un biocida al 10 % (o altra percentuale in base alle esigenze) in acqua di rete, utilizzando polpa di carta come sospendente e interponendo carta giapponese tra la superficie e l’impacco, con tempi variabili e previa campionatura. Per ogni applicazione d’impacco è prevista la copertura delle superfici trattate con fogli d’alluminio, tesa a evitare la troppo veloce evaporazione della soluzione ed aumentarne così l’efficacia. Verrà quindi effettuata la successiva rimozione dell’impacco e dello sporco sottostante ammorbidito, utilizzando acqua di rete e spazzolini a setole sintetiche. È compreso il risciacquo finale con spazzolini/nebulizzatori e spugna.
- Preconsolidamento localizzato da effettuarsi esclusivamente sulle zone che presentano fenomeni di esfoliazione e decoesione, con pericolo di caduta degli elementi lapidei. Il trattamento sarà realizzato tramite iniezione di silicato d’etile, con pennelli e siringhe, tamponando gli eccessi.
- Consolidamento superficiale effettuato sulle zone che presentano fenomeni di esfoliazione, decoesione, mancanza di aggregazione e che abbiano necessità di un trattamento riaggregante. Il trattamento sarà realizzato tramite la stesura di silicato d’etile, con pennelli e siringhe, fino ad imbibizione e rifiuto, tamponando gli eccessi.
- Incollaggio di fratture nel caso di parti fessurizzate e maggiormente alterate. L’operazione di riadesione verrà eseguita mediante resina epossidica bicomponente, applicata a spatola o per iniezione.
- Stuccature di micro/macrofratture tramite idonee malte e strumenti di precisione effettuando una colmatura a livello, compattando la malta anche a più riprese fino a finitura. I leganti della malta saranno di calce, in rapporto 1:3, mentre gli inerti saranno polvere di pietra serena e sabbie silicee, selezionati in base alle caratteristiche del supporto trattato (cromia, granulometria, resistenza meccanica). Saranno impiegate terre superventilate, selezionate per colore e provenienza, fino al raggiungimento della tonalità della pietra originaria. Se necessario, per rendere più resistente la malta, saranno impiegate microemulsioni acriliche in soluzione al 3%.
- Presentazione estetica delle superfici mediante la reintegrazione pittorica di tutte le stuccature, nonché dove sono presenti discontinuità cromatiche tali da essere causa di disturbo nella lettura dell’opera. L’operazione sarà eseguita per riprese o velature in sottotono mediante pennelli di precisione o altri strumenti idonei, con colore miscelato a pigmenti di terre superventilate, resina acrilica e altri prodotti idonei all’uso specifico.
- Trattamento protettivo dell’intera superficie mediante la stesura a pennello di un prodotto antialghe, tale da non provocare la formazione di macchie o di pellicole lucide ed ingiallimenti. Il tutto per dare il titolo compiuto e finito a regola d’arte.