Introduzione
Introduzione storico artistica
La statua, curata replica romana del i sec. d.C. da un originale del pieno ellenismo, appartenne alla raccolta romana Della Valle prima di essere acquistata, già negli ultimi decenni del XVi secolo, da Ferdinando de’ Medici. Giunta a Firenze probabilmente nel XVII secolo, la monumentale statua fu introdotta in Galleria solo sotto il regno di Cosimo III.
Con certezza l’opera è ricordata nel corridoio di levante, dove ancor oggi la vediamo, per la prima volta solo nel 1722 da Giovan Battista Foggini, scultore e architetto di corte che, solo pochi anni prima, ne aveva curato il restauro.
Stato di conservazione
Da una prima indagine visiva della scultura è stato possibile rilevare depositi polverosi di natura coerente ed incoerente soprattutto sui piani orizzontali e nei sottosquadra del modellato. Su diverse zone del panneggio si riscontrano microfratture e piccoli distacchi. Le vecchie stuccature sono alterate e, in alcuni casi, debordanti sulla superficie. Le macchie di colore bruno, dovute, con molta probabilità a prodotti utilizzati nel corso dei secoli, trattenuti all'interno delle porosità capillari del marmo, ne alterano l’aspetto visivo generale.
Intervento di Restauro
Il restauro
Come prima operazione tutti gli elementi di ferro sono stati trattati rimuovendo le ossidazioni superficiali con microfrese di precisione ed aspirapolvere. Successivamente i perni sono stati trattati con acido tannico diluito al 3% in acqua demineralizzata per un tempo di 24 ore, dopodiché è stato possibile applicare come protettivo del Paraloid al 3% in acetone puro.
Dopo questa fase la scultura è stata spolverata accuratamente con pennelli a setole morbide ed aspirapolvere, realizzando, di conseguenza, alcuni saggi per definire la metodologia di pulitura più adatta per la rimozione dei depositi di natura più coerente. I depositi sono stati rimossi con acqua demineralizzata previo sgrassaggio con alcool decolorato al 50% con acetone puro, mentre per la rimozione parziale degli ingiallimenti derivanti dall’utilizzo di vecchie colle a caldo a base di colofonia, sono state applicate compresse localizzate di cotone idrofilo imbevute in alcool decolorato. In alcuni casi è stato necessario utilizzare localmente white spirit tramite tamponi di cotone idrofilo.
Terminata la pulitura, in accordo con la D.L, è stato deciso di rimuovere le vecchie stuccature a base gessosa perché instabili.
Per verificare la pertinenza della testa con il corpo della scultura è stato invece necessario eseguire una mirata indagine petrografica al microscopio polarizzatore non avendo rilevato chiari punti di frattura combacianti tra la testa e il corpo della figura. Dai risultati è emerso che la testa si riferisce a un marmo di grana medio grossa, mentre il resto del corpo a un marmo di grana fine.
Tutte le lacune sono state risarcite con polifylla e mascherate con colori acrilici.
Alcuni tasselli di marmo, essendo instabili, sono stati rimossi, ripuliti e ricollocati con resine bicomponenti.
Durante l’intervento di pulitura, con l’aiuto della fluorescenza ultravioletta, è stato possibile ottenere valori di luminosità differenziati in corrispondenza delle pupille, dei bordi esterni dei panneggi e del collo dell’Ariadne.