Introduzione storico artistica
Costruito agli inizi del XV secolo, nel 1483 passa ai Ridolfi che in seguito acquistano anche l'attiguo palazzo Zanchini. I due edifici vengono unificati mantenendo però le facciate originali. Il Palazzo presenta grandi finestre e un ampio portale tipicamente cinquecenteschi, mentre all'interno l'architettura, piuttosto complessa, testimonia il susseguirsi di più epoche.
La Cappella, attualmente ufficio della Direzione dell'Istituto per l'Arte e il Restauro, Palazzo Spinelli è dedicata a San Giovanni Battista ed è decorata da un ciclo di affreschi cinquecenteschi. Vi si accedeva da una porta contraddistinta esternamente dalla scritta Sacellum incisa sull'architrave di pietra, sulla quale sappiamo si trovava un busto del Battista, oggi disperso.
La sequenza decorativa inizia idealmente al centro del soffitto della zona riservata alla celebrazione delle funzioni religiose, con l'ottagono raffigurante la Creazione di Eva, attorno al quale sono raffigurati altri quattro episodi relativi alla vita dei Progenitori.
Nella ricca partitura a grottesche che inquadra le scene maggiori sono poi inserite altre due storie della Genesi e quattro piccole figure allegoriche femminili nelle quali si possono riconoscere i quattro elementi primordiali, Terra, Acqua, Cielo e Fuoco.
Dopo questa rievocazione della creazione e della nascita del genere umano, con una significativa allusione al Peccato originale e alle sue conseguenze, sulle pareti si sviluppano scene legate alla vita di San Giovanni Battista con l'Annuncio a Zaccaria, sopra l'originaria porta d'accesso, la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta e la Nascita di San Giovanni ai lati della finestra, e al di sopra di questa, l'Annunciazione e la Predica alle turbe.
Nelle due scene maggiori per dimensioni alcuni personaggi raffigurati sono riconoscibili come ritratti legati alla famiglia Zanchini alla quale, nella Predica, è dedicato un vero e proprio albero genealogico ripartito in due sezioni, a sinistra compaiono personaggi maschili e a destra donne e bambini.
La tecnica esecutiva degli strati superficiali si differenzia nella zona del presbiterio dal resto della cappella. Mentre gli angeli musicanti e il tondo centrale con il Dio Padre, zona del presbiterio, sono dipinti a tempera grassa, le altre scene seguono la tecnica tradizionale fiorentina della seconda metà del Cinquecento, ad affresco con finiture a tempera.
Nelle pareti e nei soffitti si riscontrano tre strati preparatori, l'intonaco pittorico, di buona qualità, si presenta liscio e compatto e i colori sono tipici dell'epoca.
Stato conservativo
I due principali fattori di degrado dell'intero ciclo pittorico erano la mancanza di adesione tra intonaco pittorico e strati sottostanti e la presenza di una spessa patina grigia sull'intera superficie pittorica e sulle ridipinture che oltre a creare un danno estetico, offuscando le tonalità cromatiche originarie, procuravano anche un danno conservativo.
Nelle zone dove vi erano stati problemi di umidità o di condensa veniva a crearsi una pellicola quasi impermeabile e a causa degli sbalzi di temperatura la pellicola pittorica creava delle tensioni formando dei micro crateri per poi polverizzarsi e cadere.
L'arco che separa il presbiterio dal resto della cappella ha subito delle gravi lesioni e cedimenti e durante il restauro sono emersi estesi rifacimenti, sul lato del presbiterio, che hanno celato la decorazione originaria a grottesche con una decorazione a finto marmo. In generale le pitture delle pareti risultavano oscurate e offuscate da uno strato omogeneo di particellato e vi erano ridipinture di varia natura.